Quando sono partita da Roma non lo sapevo che quello appena trascorso sarebbe stato il mammacheblog delle mie facce.
Faccia
tosta –
per non essermi fermata all’evidenza e aver chiesto al barista della stazione
dove fosse finito il vassoio delle grangolose,
e per aver accettato di farmi mettere lo smalto rosso da niente-popo-di-meno-che
Claudia Mencaroni in persona personalmente, su un treno lanciato a 300 km/h e
senza una boccetta di acetone, per correggere eventuali disastri che, ça va
sans dire, non si sono verificati... Se non è stile questo…
faccia da
video - per aver
rilasciato un’intervista a Veronica Viganò per Bepanthenol, subito dopo essermi
registrata e prima di tuffarmi e perdermi nell’atmosfera del mammacheblog. L’unica
risposta che mi ricordo di aver dato è quella alla domanda “quale è il tuo modello di donna (e mamma)?”
mia madre, mia unica grande, immensa
fonte di ispirazione.
Ah, ovviamente anche quest’anno, nonostante l’iscrizione, non sono riuscita a superare lo scoglio del MOMShowCase. Io lo so che l’anno prossimo FattoreMamma mi oscurerà la casella per la prenotazione…
Ah, ovviamente anche quest’anno, nonostante l’iscrizione, non sono riuscita a superare lo scoglio del MOMShowCase. Io lo so che l’anno prossimo FattoreMamma mi oscurerà la casella per la prenotazione…
FACCIA DA SUSHI – mangiatelo voi, possibilmente a cena e in compagnia di una delle vostre più care amiche, un intero bastimento in
bamboo carico di sushi, sashimi, maki, temaki e maguro e poi raccontatemi che
faccia vi viene fuori.
FACCIA DA DAMINA DELL’800 – per essermi perfettamente adeguata
all’atmosfera offerta dall’hotel Bagliori, con il suo giardino fiorito, il balconcino
che neanche Giulietta in quel di Verona, la stanza con i drappeggi e la sala da
colazione in stile.
FACCIA DA DOUGLAS – Mi sono divertita da matti a
farmi analizzare il viso da Paolo, inviato speciale della profumeria Douglas di Corso Buenos Aires che, con una
cresta viola da urlo e il suo sofisticatissimo apparecchio, pieno di sensori e
lucine, mi ha annunciato che il livello
di idratazione della pelle del mio viso sia sotto la suola delle scarpe,
che l’elasticità è appena sopra la soglia minima accettabile e che quando
distribuivano la pigmentazione, io ero in fila per la cazzeggitudine, ma tant’è!
FACCIA DA TRIGLIA – quando ho scoperto che l’oggetto del desiderio del 2014, l’epilatore
Philips a luce pulsata, non avrebbe potuto mai essere mio perché sui peli,
pochi e biondi, avrebbe lo stesso effetto di un colpo di spazzola su una testa diversamente pettinabile (cit.).
faccia da selfie – mai fatto un selfie in vita mia (ma si va forse uno o due, dei quali si sono
perse le tracce un attimo dopo averli scattati), ma cosa non si fa per il
gioco collettivo dell’ora di pranzo (quest’anno dedicato a #myhuggies), anche
se non si è capito nulla delle meccaniche
di partecipazione e premiazione. Ciononostante, oltre ad aver collezionato
un gran numero di foto ricordo, ho conquistato uno dei tre ambitissimi Pippo Huggies messi in palio. Si, esattamente
lui: l’ippopotamo blu che 40 anni fa ci faceva dormire tranquilli e asciutti…
faccia da oscar – ma per questa, dovete credermi sulla
fiducia!
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