L’adolescenza
inizia con il primo test di gravidanza positivo.
Ovviamente non mi riferisco alle trasformazioni fisiche dei nostri figli per
quanto, giuro, hanno un ché di traumatico (anche
e soprattutto) per noi genitori.
Io sono mesi che vado rievocando i tempi in cui ti-cambiavo-il-pannolino, ti-mettevo-sul-seggiolone, ti-portavo-sempre-con-me-nel-marsupio etc etc.
Io sono mesi che vado rievocando i tempi in cui ti-cambiavo-il-pannolino, ti-mettevo-sul-seggiolone, ti-portavo-sempre-con-me-nel-marsupio etc etc.
Anche se arriverà e ti travolgerà come il più violento degli
tsunami, l’adolescenza è un appuntamento
(non annullabile e non procrastinabile) al quale non si può arrivare
impreparati. Più che altro bisogna aver preparato il terreno, sin dalla più
tenera età. E il terreno si prepara con il
dialogo e l’esempio.
Se da una parte è fisiologico (e normalissimo) che un figlio
adolescente inizi a difendere a spada tratta la propria privacy, mostrando segni di insofferenza già alla seconda domanda riguardante
la sua giornata e le “sue cose”, dall’altra non si può pretendere di instaurare un dialogo con lui e di non essere
tagliati fuori dalla sua vita, se in passato non lo abbiamo mai coinvolto nella
nostra.
Nonostante io mi consideri tutt’altro che perfetta e
infallibile (và che c’ho una collezione
di errori e scivoloni che levati), se c’è una cosa che ho sempre fatto per
i miei figli è stata trattarli da
persone dotate di intelletto e discernimento prima ancora di lasciare la sala
parto. Ho sempre parlato con loro; ho sempre dato loro spiegazioni (anche troppo, diceva la maestra!); ho
sempre cercato di comportarmi in maniera coerente, anche dichiarando il mio
fallimento, quando mi sembrava di aver sbagliato tutto nell’impostare la loro
educazione.
Come avrei potuto imporre loro la sincerità, ad esempio
quando pretendo di essere messa al corrente (possibilmente in tempo reale) di ogni spostamento, se per anni, quando
li lasciavo dai nonni per andare a cena fuori con gli amici, avessi detto loro
che mamma e papà devono andare a un
importante convegno sull’emancipazione femminile nel XVIII secolo come
strumento per la comprensione dei diritti civili nell’età evolutiva che
serviranno per un futuro studio analitico delle teorie e tecniche sulla
salvezza il mondo? Sarebbe stato normale che mi dicessero di andare a una retrospezione in chiave minimalista dell’essere
superiore dinanzi alla magnificenza del potere espansionistico di certe colonie
di epidatteri dell’Asia Minore, mentre in realtà andavano a fare un giro in centro
con i loro compagni di scuola.
E ora, a
un figlio che ha imparato proprio da te a mentire, vagli a dire che ha tradito
la tua fiducia, che da lui non te lo saresti mai aspettato, e che da qui
all’eternità non potrà mettere il naso fuori casa, se non per andare a scuola
la mattina.
E comunque, capita
sempre così, anche senza arrivare al caso limite. Quante volte abbiamo
rimproverato (e rimproveriamo) aspramente
i nostri figli, infliggendo loro le più
ridicole (nonché disdicevoli) punizioni, per mancanze che noi per primi (i perfetti genitori) commettiamo? Ma
i figli, chi più e chi meno arditamente, ad un certo punto della loro vita (tra gli 11 e i 13 anni, per la precisione)
inizieranno ad alzare la testa e a ribellarsi per questo imparziale atteggiamento
e, a lungo andare, ne faranno il loro punto di forza. Mai come nel caso dei
figli (pre)adolescenti vale l’affermazione tutto
quello che dirai (e farai) potrebbe essere usato contro di te.
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