Colf di me stessa? Assolutamente no. Casalinga disperata? Forse. Per quanto non abbia ancora trovato la giusta definizione, resta il fatto che di casa mia me ne occupo io. Ma mica (solo) per una questione meramente economica, quanto piuttosto per un senile rifiuto a tollerare estranei che “manomettano” casa mia.
Oh be’, adesso non diciamo cose! Una colf
credo che, in linea teorica, piacerebbe a chiunque, e non son certo qui a farla
lunga come la storia della Volpe e l’uva,
ma che ci posso fare se mi prende una cosa
qui all’idea che qualcuno mi tocchi, mi sposti, mi rompa suppellettili e non solo? Perché
lo sanno tutti che come te le fai tu le
faccende… e come hai tu la cura e l’attenzione per le tue cose… E, ahimé, non parlo per teoria.
No, non
trovo particolarmente esaltante spolverare quadri e lustrare ninnoli,
figuriamoci lavare vetri e disincrostare docce ma, perché c’è sempre un ma, vivere in una casa pulita e ordinata ha un
suo gran bel perché, anche se poi mi ritrovo a combattere quotidianamente con
tre individui per i quali non c’è poi tutta questa differenza tra uno scaffale
e il pavimento.
Dopo aver
attraversato la fase ossessivo-compulsiva, grazie a Dio durata meno di poco, in
cui tutto avrebbe dovuto essere lustro e scintillante ma, in realtà, non è che in
me ardesse sto sacro fuoco e non è che avessi tutta questa fantasia di
immolarmi per la causa, ho deciso di scendere a patti con me stessa: avrei sistematizzato le faccende
domestiche.
Così ho ripreso
alcune vecchie, sane abitudini come lasciare la cucina in ordire la sera, pulire
e asciugare i sanitari dopo ogni uso, far
di fondo una stanza alla volta e passare
al volo il resto, etc.
E casualmente (come se io credessi al
caso!) ho scoperto che queste sono (più
o meno) le basi su cui si fonda il metodo
flylady.
Ma che cos’è il metodo flylady? Io ho impiegato due anni a capirlo.
E’ un metodo (americano e, quindi, secondo
me va applicato con le dovute precauzioni, avvalendosi delle giuste chiavi di
lettura) che non insegna a pulire la casa ma, innanzi tutto, rivoluziona la testa, costringe a lavorare
sull’autostima e sul modo di concepire se stessi.
Il metodo
parte con un periodo di formazione, apparentemente inutile, di 31 giorni nei
quali, come per magia (si fa presto a dire
magia! Io ho interrotto e ricominciato millemilioni di volte), certi gesti diventano più che automatici.
Avete presente metti-la-cera-togli-la-cera?
Esattamente così: asciugare il lavello dopo ogni utilizzo; pulire i sanitari
dopo ogni utilizzo; buttare tutte le cose inutili accumulate nel tempo; etc.
Perché, secondo me, il metodo flylady funziona? Me lo sono chiesto un’infinità di
volte. Sicuramente perché si basa su una community. Migliaia di persone
ricevono (via mail, sui social network etc.) le stesse istruzioni, per svolgere
(più o meno) contemporaneamente le stesse faccende e, si sa, l’unione (e la condivisione) fa la forza.
In secondo luogo perché consente di non pensare. Metti-la-cera-togli-la-cera ha insegnato ad eseguire automaticamente alcuni rituali; le istruzioni giornaliere dicono esattamente cosa pulire, in che zona di casa pulire, quando pulire, come pulire.
In secondo luogo perché consente di non pensare. Metti-la-cera-togli-la-cera ha insegnato ad eseguire automaticamente alcuni rituali; le istruzioni giornaliere dicono esattamente cosa pulire, in che zona di casa pulire, quando pulire, come pulire.
Perché, secondo me, il metodo flylady
non funziona? Me lo
sono chiesto tutte le volte che ho interrotto e poi ricominciato. Molto
probabilmente perché nel mese formativo, alcuni “compiti” risultano talmente
ovvi, banali e “ridicoli” che si cede alla convinzione di non averne bisogno. E
nulla è più nocivo di un atteggiamento
presuntuoso quando si deve operare un cambiamento radicale, partendo dalla
testa.
Come ogni medaglia che si rispetti anche il metodo flylady ha il rovescio della sua. Se è vero che poter non pensare a cosa si debba pulire e riordinare è assai rilassante, alla lunga si finisce per perdere il contatto con la propria realtà e si rischia di atrofizzare il pensiero critico.
Se il gatto sporca fuori dalla lettiera, ma le istruzioni non prevedono di pulire il pavimento del bagno, al 99% si finisce per entrare in confusione e dubitare di poter prendere l’iniziativa… E non parlo per teoria.
Come ogni medaglia che si rispetti anche il metodo flylady ha il rovescio della sua. Se è vero che poter non pensare a cosa si debba pulire e riordinare è assai rilassante, alla lunga si finisce per perdere il contatto con la propria realtà e si rischia di atrofizzare il pensiero critico.
Se il gatto sporca fuori dalla lettiera, ma le istruzioni non prevedono di pulire il pavimento del bagno, al 99% si finisce per entrare in confusione e dubitare di poter prendere l’iniziativa… E non parlo per teoria.
Per come
sono fatta io (e ho felicemente scoperto
di non essere la sola), per sperare di arrivare (finalmente) in fondo al mese di formazione, ho avuto bisogno di riappropriarmi del pensiero critico e, quindi, di
rielaborare le istruzioni e adattarle
alle mie esigenze e, per la prima volta in due anni, sono riuscita ad arrivare
al “ventesimo giorno”.
Non vedo l’ora
di iniziare il percorso vero e proprio… ma magari ne riparliamo tra una decina
di giorni!
Per chi si
fosse anche solo incuriosito e volesse saperne di più su questo metodo, rimando
al sito ufficiale FlyLady Italia.
Tu sei fuori. Ma va bene così!
RispondiEliminae questo è niente!!!
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