mercoledì 9 aprile 2014

Colf, Casalinga Disperata o Flylady?


Colf di me stessa? Assolutamente no. Casalinga disperata? Forse. Per quanto non abbia ancora trovato la giusta definizione, resta il fatto che di casa mia me ne occupo io. Ma mica (solo) per una questione meramente economica, quanto piuttosto per un senile rifiuto a tollerare estranei che “manomettano” casa mia.

Oh be’, adesso non diciamo cose! Una colf credo che, in linea teorica, piacerebbe a chiunque, e non son certo qui a farla lunga come la storia della Volpe e l’uva, ma che ci posso fare se mi prende una cosa qui all’idea che qualcuno mi tocchi, mi sposti, mi rompa suppellettili e non solo? Perché lo sanno tutti che come te le fai tu le faccende… e come hai tu la cura e l’attenzione per le tue cose… E, ahimé, non parlo per teoria.

No, non trovo particolarmente esaltante spolverare quadri e lustrare ninnoli, figuriamoci lavare vetri e disincrostare docce ma, perché c’è sempre un ma, vivere in una casa pulita e ordinata ha un suo gran bel perché, anche se poi mi ritrovo a combattere quotidianamente con tre individui per i quali non c’è poi tutta questa differenza tra uno scaffale e il pavimento.

Dopo aver attraversato la fase ossessivo-compulsiva, grazie a Dio durata meno di poco, in cui tutto avrebbe dovuto essere lustro e scintillante ma, in realtà, non è che in me ardesse sto sacro fuoco e non è che avessi tutta questa fantasia di immolarmi per la causa, ho deciso di scendere a patti con me stessa: avrei sistematizzato le faccende domestiche.
Così ho ripreso alcune vecchie, sane abitudini come lasciare la cucina in ordire la sera, pulire e asciugare i sanitari dopo ogni uso, far di fondo una stanza alla volta e passare al volo il resto, etc.
E casualmente (come se io credessi al caso!) ho scoperto che queste sono (più o meno) le basi su cui si fonda il metodo flylady.

Ma che cos’è il metodo flylady? Io ho impiegato due anni a capirlo. E’ un metodo (americano e, quindi, secondo me va applicato con le dovute precauzioni, avvalendosi delle giuste chiavi di lettura) che non insegna a pulire la casa ma, innanzi tutto, rivoluziona la testa, costringe a lavorare sull’autostima e sul modo di concepire se stessi.

Il metodo parte con un periodo di formazione, apparentemente inutile, di 31 giorni nei quali, come per magia (si fa presto a dire magia! Io ho interrotto e ricominciato millemilioni di volte), certi gesti diventano più che automatici. Avete presente metti-la-cera-togli-la-cera? Esattamente così: asciugare il lavello dopo ogni utilizzo; pulire i sanitari dopo ogni utilizzo; buttare tutte le cose inutili accumulate nel tempo; etc.

Perché, secondo me, il metodo flylady funziona? Me lo sono chiesto un’infinità di volte. Sicuramente perché si basa su una community. Migliaia di persone ricevono (via mail, sui social network etc.) le stesse istruzioni, per svolgere (più o meno) contemporaneamente le stesse faccende e, si sa, l’unione (e la condivisione) fa la forza.
In secondo luogo perché consente di non pensare. Metti-la-cera-togli-la-cera ha insegnato ad eseguire automaticamente alcuni rituali; le istruzioni giornaliere dicono esattamente cosa pulire, in che zona di casa pulire, quando pulire, come pulire.

Perché, secondo me, il metodo flylady non funziona? Me lo sono chiesto tutte le volte che ho interrotto e poi ricominciato. Molto probabilmente perché nel mese formativo, alcuni “compiti” risultano talmente ovvi, banali e “ridicoli” che si cede alla convinzione di non averne bisogno. E nulla è più nocivo di un atteggiamento presuntuoso quando si deve operare un cambiamento radicale, partendo dalla testa.
Come ogni medaglia che si rispetti anche il metodo flylady ha il rovescio della sua. Se è vero che poter non pensare a cosa si debba pulire e riordinare è assai rilassante, alla lunga si finisce per perdere il contatto con la propria realtà e si rischia di atrofizzare il pensiero critico.
Se il gatto sporca fuori dalla lettiera, ma le istruzioni non prevedono di pulire il pavimento del bagno, al 99% si finisce per entrare in confusione e dubitare di poter prendere l’iniziativa… E non parlo per teoria.

Per come sono fatta io (e ho felicemente scoperto di non essere la sola), per sperare di arrivare (finalmente) in fondo al mese di formazione, ho avuto bisogno di riappropriarmi del pensiero critico e, quindi, di rielaborare le istruzioni e adattarle alle mie esigenze e, per la prima volta in due anni, sono riuscita ad arrivare al “ventesimo giorno”.   

Non vedo l’ora di iniziare il percorso vero e proprio… ma magari ne riparliamo tra una decina di giorni!


Per chi si fosse anche solo incuriosito e volesse saperne di più su questo metodo, rimando al sito ufficiale FlyLady Italia.

2 commenti:

Se mi commenti, io sono contenta!

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