mercoledì 5 gennaio 2011

Mamma, com’è nato il Pupazzo di Neve? (2 di 365)

In questi giorni di festa appena trascorsi e, ahimé quasi finiti, oltre a preparare ininterrottamente colazioni-pranzi-cene, mi sono goduta le giornate con i miei figli. 
Si certo, tranne quegli n-mila momenti in cui mi hanno fatto perdere la pazienza…

E così, una mattina, mi hanno fatto questa domanda “Mamma, ma come è nato il Pupazzo di Neve?”. 
Lo confesso, ero nel traffico, era mattina ed ero già stanca, e la prima risposta che mi è venuta in mente è stata “Ma che ne so io!” e invece la voce mi si è strozzata su quel “Ma”… Se avessi concluso la frase, avrei perso un’occasione d’oro, quella di inventare e fantasticare con i miei bambini, e loro sarebbero inevitabilmente tornati a fare la lotta in macchina.

Così ho dirottato quel “Ma” in una storia fantastica, che raccontava di un bambino, tal Johan, che viveva al polo sud e di un bambino calabrese, al secolo Gennarino. Tra i due bambini, di cui si ignorano le circostanze del primo incontro, era nata una bella amicizia epistolare. E nelle sue lettere, Johan raccontava di come stesse provando a costruire un grande castello di neve. Nel leggere questa notizia, Gennarino scoppiò in una fragorosa risata e, presa carta e penna, prontamente rispose che i castelli si facevano con la sabbia, come faceva lui sul lungo mare, non con la neve!

Fu così che Johan, prese tutta la neve che aveva utilizzato per costruire il suo castello e l’ammucchiò in un canto del suo giardino, formando una palla abbastanza grande e tonda. Poi ammonticchiò la neve restante, formando una palla più piccola… quella strana figura che aveva, involontariamente creato, aveva un ché di familiare.
Sembrava un bambino, ma bambino non era; sembrava un uomo, ma uomo non era. Ecco cos’era: un Pupazzo di Neve.

Nelle loro lettere i bambini continuarono a scambiarsi idee su come rendere Pupazzo più bello e simpatico. Ed ecco che un giorno arrivò dalla Calabria un pacchetto con una carota e 4 bottoni “erano del vecchio cappotto del nonno” scrisse Gennarino, “speriamo che non si accorga che sono stato io a staccarli”.

E così ogni inverno Johan e Gennarino realizzano il loro Pupazzo Epistolare, e noi abbiamo passato i nostri 40 minuti in macchina senza innervosirci a causa del traffico natalizio.

5 commenti:

  1. E' bellissima!Sei stata proprio brava!!

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  2. Grazie!!
    Ma il merito non è stato tutto mio... questo racconto l'abbiamo "costruito" in 3 (Briciola era al nido)

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  3. Chiara... sei una sorpresa ogni volta!!! brava.. anzi braviiiii!!! Bianca

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  4. Ammiro la tua pazienza, è lodevole !!!!!!! In questi giorni x me sarebbe stato impossibile !!!!
    Complimenti sempre meglio CH

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Se mi commenti, io sono contenta!

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