Dov’è il confine tra infanzia e adolescenza? Tutti la
chiamano preadolescenza, ma quando arriva? come arriva? Come si manifesta? Ma soprattutto, come si affronta? Come si
gestisce?
Non si scrive mai “a caldo”; non dovrei scrivere “a
caldo”. Però è proprio “sul momento” che riesco a pormi le domande migliori.
Quando ti rendi conto che tuo figlio vive un disagio
interiore, dovuto alla crescita, all’inevitabile cambiamento; quando ti rendi
conto di quanto possano suonare vuote, all’orecchio di un preadolescente, le
parole “io ci sono, ne possiamo parlare”; quando anche tu vorresti riavvolgere
il nastro che invece, noncurante dei tuoi desideri scorre via, più veloce della
luce, come lo gestisci? Come moduli la
tua presenza?
Quando ti leverebbe dalle mani, oggi più che mai, quello
scappellotto che per tanti anni hai saputo trattenere; quando, pur conoscendo
la teoria a menadito, lo affronti di petto, invece di aspettare in silenzio che
lui possa elaborare il suo pensiero; quando prima, durante e dopo il conflitto
ti dimentichi di essere stata anche tu dall’altra parte, dalla sua parte, e di aver combattuto anche
tu le tue battaglie per l’affermazione del tuo “io”. E’ in questi momenti che lo stai partorendo di nuovo? E’ questo un
nuovo travaglio in cui, al posto delle doglie espulsive, vivi il conflitto tra
il dominarlo e il lasciarlo libero di esprimersi, e fare del tuo cucciolo di
ieri l’uomo di domani? Un rito di iniziazione, insomma?
E allora te ne vai alla ricerca (più o meno disperata) di
un tuo simile. Lo cerchi nel tuo
mondo, fatto di scuola, catechismo, piscina, palestra. Lo cerchi in chi, più
saggio e competente di te, ha saputo decodificare il comportamento umano e ha versato
litri di inchiostro sull’argomento, anche se il più delle volte hai tanto la
sensazione che si tratti di teoria allo stato puro. (Un po’ come accadde
quando, in procinto di partorire, ricevevi indicazioni chiare, precise e
dettagliate, su cosa avresti o non avresti provato dal… ginecologo!).
E, per quanto non trovi risposte alle tue domande, o
conferme sul tuo modo di agire, arrivi alla conclusione che non è che non si
sappia nulla di adolescenza o preadolescenza. Si ha solo molto pudore a parlarne, a confrontarsi perché, come
genitori ci si sente responsabili di tutte, ma proprio tutte, le azioni e i
pensieri dei propri figli.
Ma ciò che, invece, capisci sul campo, che ti appare in
tutta la sua disarmante chiarezza, che in un attimo fa crollare ogni tua
convinzione e ogni tua sovrastruttura è che
gli adolescenti siano loro, ma che a crescere siate in due.
Che, poi, se vai a scavare, se vai a indagare, se impari
a leggere tra le righe, scoprirai che c’è un universo di genitori di
preadolescenti che stanno “passando i guai” esattamente come te.
Eccomi all'appello, mamma di un pre adolescente e di un adolescente e che ha più problemi con il pre adolescente. Quante volte mi sono posta le tue stesse domande. La pre adolescenza inizia sempre troppo presto, è così dura parlare con loro perchè si trova un muro, è più facile a volte perdere la calma. Io dico spesso che mio figlio minore soprattutto riesce a tirare fuori il peggio di me, mentre io fatico ogni giorno per tirare fuori il meglio di lui. Sul web si parla tanto di pappe e pannolini e poco di compiti, cellulari, videogiochi e primi amori. E' un bel cammino quello che ci aspetta.
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