... poi succede che una mattina incontri, come (quasi) tutte le mattine, la tua amica di sempre (si, 10 anni sono un "sempre") e, a differenza di (quasi) tutte le mattine, in cui il saluto si limita a un bacio soffiato di corsa dall’altra parte della strada, seguito da una serie inconsulta di gesti con le mani che solo voi due sapete decifrare (tutto bene, sono in ritardo, fatti sentire, ti chiamo dalla macchina, baci), ti fermi a parlare perché le hai visto un’espressione strana in volto e anche tu vuoi regalarti 5 minuti per sfogare due o tre frustrazioni.
esperire esperando
giovedì 18 settembre 2014
Traumph
... poi succede che una mattina incontri, come (quasi) tutte le mattine, la tua amica di sempre (si, 10 anni sono un "sempre") e, a differenza di (quasi) tutte le mattine, in cui il saluto si limita a un bacio soffiato di corsa dall’altra parte della strada, seguito da una serie inconsulta di gesti con le mani che solo voi due sapete decifrare (tutto bene, sono in ritardo, fatti sentire, ti chiamo dalla macchina, baci), ti fermi a parlare perché le hai visto un’espressione strana in volto e anche tu vuoi regalarti 5 minuti per sfogare due o tre frustrazioni.
sabato 13 settembre 2014
Dyson, Berlino ed io
E’
passata già una settimana e invece a me sembra ieri.
E’ passata solo una settimana, e invece a me sembra un secolo.
Quel
che è certo è che, una settimana fa, ho avuto il privilegio di essere invitata
da Dyson a partecipare alla conferenza
stampa di presentazione del nuovo Robot Dyson 360 Eye, direttamente presso il
loro stand all’IFA 2014 a Berlino.
Si, io e altri 3 ambassador dysoniani eravamo seduti in mezzo a
giornalisti, esperti di settore e addetti ai lavori, pronti a vedere con i
nostri occhi quello che per qualche giorno, grazie a un video ufficiale, era stato solo intuito e ipotizzato,
ma decisamente non indovinato!
lunedì 11 agosto 2014
Viaggiare sì, ma assicurati!
Me la ricordo come fosse ieri, la partenza per il mio viaggio di nozze. E più ancora mi ricordo, tra i millemilioni di preparativi, la scelta della meta della nostra più-che-romantica avventura: l’Egitto. Dal Cairo, alla crociera sul Nilo fino alla paradisiaca Ras Nasrani Bay.
Per
quanto mi sforzassi, mappamondo alla mano, di trovare alternative anche più
esotiche, anche più lontane, non c’era altro posto al mondo che desiderassi
visitare più dell’Egitto. Probabilmente oggi sceglierei destinazioni diverse,
ma quindici anni fa Egitto volevamo ed
Egitto fu.
Sicuramente
l’unico giorno in cui ho pensato a qualcosa di diverso da piramidi, sfingi,
crociere e barriere coralline fu il 15 settembre, ma per il resto già mi
immaginavo sulla gobba di un cammello per raggiungere una qualsiasi oasi e sorseggiare
il tè nel deserto. No… bè, per fortuna il nostro itinerario non prevedeva cammelli,
oasi né tè nei deserti!
venerdì 1 agosto 2014
L'importanza di saper chiedere scusa
Così
come non tutte le ciambelle escono col buco, non tutte le giornate sono
perfettamente perfette. E allora, tra le mille incombenze sbrigate con i tre
figli al seguito, capita che la pazienza
ogni tanto scappi via. Quando accade, la dinamica è sempre la stessa. Chiedi
collaborazione. Un po’ la ricevi e un po’ no. Loro decidono di scioperare nel
momento di maggior bisogno (chiamali
fessi!). Prendendo a calci il tuo modello educativo per eccellenza, perdi
le staffe. Lei, Maria Montessori, il tuo modello, il tuo faro, la tua guida, si
ribalta nella tomba.
Morale, finisci per sentirti una merda
(l’ho cercato un sinonimo… non c’è!).
E’
proprio in quest’ultima fase che ti giochi la tua credibilità e reputazione di
madre (ma non solo!), innanzi tutto
ai tuoi occhi. Perché non importa e non fa niente. Un momento di défaillance è
concesso a tutti. Sì, anche quando il momento è ripetuto più volte nella stessa
giornata. Succede. Amen.
lunedì 28 luglio 2014
La valigia perfetta è la valigia "impacchettata"
Se
luglio è il mese delle vacanze in cui ogni membro della nostra famiglia se ne
va a zonzo, più o meno per conto proprio (vabbè
dai, più o meno!!), agosto invece è il mese in cui ci riuniamo tutti e 5
sul Cucuzzolo. E andare tutti e 5 sul Cucuzzolo per un mese intero equivale ad
effettuare un vero e proprio trasloco.
Dice
“ma
ci andate talmente tanto spesso che avrete tutto il necessario lassù”.
Si fa presto a dire tutto il necessario!
Io sono un’ottimista di natura per cui, ogni anno, faccio in modo di lasciare
una dotazione di vestiti per tutti, per tutte le stagioni ma, da un anno all’altro,
i 3/5 della famiglia trovano inutilizzabile la quasi totalità del contenuto dei
loro armadi, quindi bisogna portarsi tutto da Roma.
L’anno
scorso, dopo aver svuotato la ventesima valigia, in cui sembrava che un furetto
avesse corso la millemiglia in tondo e a piedi, ho (più o meno casualmente) scoperto che per tenere armadi, e quindi valigie, perfettamente in ordine basta piegare i vestiti a pacchetto.
domenica 27 luglio 2014
Quando i fratelli vanno in vacanza
Se
quella che è appena finita è stata la settimana del campo dei Lupetti, è stata anche
quella in cui una terzogenita si è
ritrovata, temporaneamente, ad essere l’unica.
E io me la sono
proprio goduta questa unicità.
Ob torto collo, ho fatto cose con lei cose che di
solito evito come la peste, e mi sono resa conto che ho sempre fatto male.
Me la sono portata dietro ovunque. L’ho costretta a situazioni estenuanti e noiose (la riparazione del lavandino di una cucina, la fila alla scuola media per la consegna della pagella di Francesco, un giro in banca, e un intero pomeriggio di lavoro, senza poter fare un fiato) che perfino Tantalo avrebbe fatto fatica a sopportare.
Me la sono portata dietro ovunque. L’ho costretta a situazioni estenuanti e noiose (la riparazione del lavandino di una cucina, la fila alla scuola media per la consegna della pagella di Francesco, un giro in banca, e un intero pomeriggio di lavoro, senza poter fare un fiato) che perfino Tantalo avrebbe fatto fatica a sopportare.
sabato 26 luglio 2014
Quando i figli vanno al campo... #nessunanuovabuonanuova
Ringraziando
Dio, la settimana più lunga dell’anno sta volgendo al termine. Tra poco più di 12 ore riavrò intorno i miei ragazzi partiti, stando al mio cuore, una vita fa.
Zaino
in spalla, domenica scorsa, ci siamo presentati all’appuntamento con mezz’ora
di anticipo, e poi sono partiti con mezz’ora di ritardo.
Risalendo in macchina, ho
trovato un portapranzo che deve essere scivolato fuori dallo
zainetto. Stringendo quei panini tra le mani non ho saputo trattenere le
lacrime. In realtà credo che non aspettassi altro!
Per
fortuna è stata una settimana piena di impegni, appuntamenti, incombenze da sbrigare
e progetti da sviluppare perché,
altrimenti, mica lo so come sarei sopravvissuta.
D’altra parte io sono quella del mantra
#nessunanuovabuonanuova mica del #evvivasisonolevatidaipiedi.
Dietro
un figlio, o meglio mio figlio, lasciato libero di andare per la sua strada, ci
sarei io-mamma che vorrei corrergli dietro per poterlo proteggere e
sorreggere in ogni momento di reale o presunta difficoltà. Dietro mio figlio, lasciato libero di andare per la sua strada, fortunatamente ci
sono io-figlia
che non finirò mai di ringraziare mia
madre per avermi da sempre reso una persona indipendente, e per avermi
insegnato a vivere la libertà.
E solo adesso mi rendo conto di quanti rosari debba aver sgranato mamma durante la mia adolescenza.
Resta
il fatto che avrei tanto voluto essere lì
quando Tommaso ha presentato la nuova canzone per la preghiera del pranzo,
o quando Francesco ha raccontato la vita di non so quanti Papi.
Avrei
voluto essere lì e partecipare anche
io al gioco dei mimi inventato da Tommaso, e avrei voluto essere accanto a
Francesco nella sua battaglia contro il rifiuto del cibo (quello sano che ovviamente non gli piace!).
Avrei
voluto essere lì per vedere la loro espressione
nello scoprire di aver lasciato a casa la polo della divisa e il k-way (nonostante mi fossi tanto raccomandata di
spuntare un’altra volta l’elenco del materiale). Sì perché quest’anno gli
zaini li hanno preparati interamente da soli, mentre il mio unico contributo è
stato quello di lavare, stirare e impacchettare i vestiti. Anche questo fa parte
del cammino di crescita scout: occuparsi
delle proprie necessità senza delegare ad altri, tanto per avere un capro espiatorio nel caso qualcosa non
giri per il verso giusto. E io sono stata ben felice di lasciarli liberi anche di
dimenticarsi qualche cosa!
Domani torneranno a
casa, con due zaini da svuotare e un campo intero da raccontare. Ma adesso mi piace immaginarli
nella loro ultima notte a Cardito, che per qualcuno sarà proprio l’ultima notte
nel Branco.
Buona
caccia e buona strada, figli miei
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