Anche le ultime formalità sono state espletate, e ora è
ufficiale: il primo ciclo scolastico è definitivamente finito sotto naftalina,
nel cassetto dei ricordi d’infanzia. Quello che forse non apriremo mai più, ma
senza il quale tutto il resto non avrebbe senso.
Ora è finito sul serio, e io mi sento devastata dentro.
Ma che c’entro io?
Io sono solo la
sua mamma. L’ho solo messo al mondo. L’ho
solo accompagnato, a volte
prendendolo proprio per mano, lungo tutto il suo percorso scolastico,
dall’asilo nido alla V elementare. E siamo arrivati fino a qui. Davanti a un
foglio di carta, appeso alla porta a vetri, che recita “ammesso al successivo grado dell’istruzione obbligatoria”.
Va solo in I
media, mica parte per la Legione Straniera! Si ma per me in questo momento non c’è
molta differenza. Su quel pezzo di
carta, appeso alla porta a vetri, c’è scritto che da questo momento lui è in grado di camminare da solo. E’
in grado di ampliare le sue conoscenze.
E io non sono pront mi crogiolo ancora un
pochino chiamandola preadolescenza, anche se di pre non ha proprio niente, se non il fatto che ancora non se ne vada
da solo in giro con gli amici, ma è questione di attimi, lo so benissimo!
Ho avuto un primo, fugacissimo assaggio di quella che
sarà la nostra nuova realtà, ma ancora rifiuto categoricamente l’idea. Non sono pronta. Non sono pronta ad
affrontare nuove formalità, ad entrare in nuove dinamiche, ad accettare nuove
regole.
Ora ci siamo noi. Noi che leggiamo e rileggiamo il giudizio
globale e i singoli voti. Noi che mettiamo sul piatto le nostre paure e le
nostre aspettative. Noi che oggi faremo il giro del quartiere, per imparare i
nomi delle vie e fissare i punti di riferimento. Noi che butteremo anche un
occhio alla fermata del 341, giusto
per…
E io non sono pront faccio altro che ripetere,
come un mantra, il discorso della maestra Giovanna, che altro non è che il mio credo di madre.
Vivi
la tua vita, non quella dei tuoi genitori. Fai le tue scelte e non scegliere
quel che i tuoi genitori vogliono per te. Ascolta tutti i consigli che ti
vengono dati, ma ricordati che l’ultima parola deve essere la tua. Ricordati
che il primo a dover essere soddisfatto di te sei tu.
E con gli occhi che ancora si inumidiscono al ricordo della festa scatenata al suono dell’ultima campanella, siamo pronti a iniziare questo nuovo capitolo della nostra vita e, al di là dell’emozione per la fine di una quotidianità a cui, tutto sommato, eravamo affezionati non vediamo l’ora anche se, per i primi tempi, non avremo il conforto di rassicuranti “volti noti”.
<3
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