lunedì 22 ottobre 2012

La vita che vorrei



Tu che, in un giorno imprecisato dell’ultimo mese, hai sollevato la botola di fronte a casa nostra; tu che ti sei messo in ginocchio sulla strada e ti sei messo a trafficare là dentro; tu che, gira gira, alla fine sei riuscito a portarti via il nostro contatore e il nostro tubo di raccordo dell’acqua corrente sappi che, nonostante non abbia riservato alla tua persona i miei più rosei e felici pensieri, non sei riuscito a rovinarci (del tutto) il fine settimana, anzi!

Poco importa che abbia avuto a che fare con un tutt’altro che simpatico operatore dell’Acea e che, anziché dedicarmi subito al mio camino e ai miei fiori, abbia dovuto correre alla più vicina stazione del Carabinieri.

Grazie, malandrino occasionale, per averci permesso, con il tuo discutibile gesto, di vivere una simile esperienza. Entrare nella caserma dei Carabinieri, a strapiombo sulla vallata dominata dalle verdeggianti pendici dei monti Ernici, e situata in un delizioso e caratteristico paesino che conta una manciata di abitanti, ed essere riconosciuti dall’Appuntato in servizio, aver destato il lui interesse ed empatia, per la disavventura che tu, sconsiderato che non sei altro, ci hai provocato, al punto tale da indurlo a venire ad effettuare personalmente un sopralluogo. E che piacere non aver dovuto fornire né indirizzo né tanto mento indicazioni stradali per arrivare fin “lassù”.

Puntuali come un orologio svizzero alle 9.30 di domenica mattina, i due Carabinieri si sono presentati  al nostro cancello, si sono fatti nuovamente raccontare tutta la storia del “contatore trafugato” e mi hanno invitata a tornare in caserma per sporgere denuncia (Maaa…. Non c’ero già stata ieri in caserma e mi avevate detto che… ?! ah vabbè, non discuto oltre!)

Ieri mattina, la vista dal parcheggio terrazzato antistante la caserma era ancora più mozzafiato del giorno prima.

Ho trascorso una quarantina di minuti in silenzio, osservando il cordialissimo Appuntato che redigeva la mia denuncia, senza bisogno di fornire ulteriori dettagli, perché la questione era a lui del tutto chiara.

Si aggiunga, o infelice appropriatore di contatori altrui, che mi hai concesso l’immensa soddisfazione, nonché grande onore, di editare la denuncia redatta dal mio amico Appuntato, il quale si starà ancora domandando per quale motivo gli abbia contestato che “io mi sia recata presso la mia abitazione e abbiamo constatato unitamente al mio marito….”

2 commenti:

  1. me l'ero perso... senza parole, per il simpatico personaggio che non aveva evidentemente nient'altro di meglio da fare. per l'Appuntato.. beh chiamiamola ''deformazione professionale'' ma ci sta.
    Notare: non ho lasciato lo spazio dopo l'apostrofo!!! m

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    Risposte
    1. E certo che te l'eri perso... anche tu hai perso l'abitudine a venirmi a cercare da queste parti!!
      Cmq...l'accoglienza dell'Appuntato, venire trattati come persone, la vallata mozzafiato... quella è la vita che vorrei!!

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Se mi commenti, io sono contenta!

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