E’ questione di priorità

Un tempo di diceva ubi maior, minor cessat invece qui non cessat proprio nessuno. Ognuno a rincorrere i suoi guai, diceva anni fa Vasco Rossi. Invece ora ognuno rincorre solo i propri unici, miseri interessi. E poco importa se si finiscono per travolgere i sentimenti altrui. E quando altrui sono bambini, è anche peggio!

Detta in questo modo si capisce tutto e non si capisce niente. Ma così fa più nicchionchic ché, a spiegarle tutte per filo e per segno, le cose, si finisce per privarle di quel po’ di  interesse che il mistero conferisce anche all’avvenimento più banale.

Ma stavolta gli avvenimenti non sono banali. E’ uno di quei rari casi in cui bisognerebbe riconoscere l’esatta sequenza delle priorità, perché ci sono situazioni in cui la sequenza non è soggettiva, ci si deve comportare nell’unico modo socialmente riconosciuto, e contravvenire a questo equivale a commettere la più meschina delle bassezze.

E’ inquietante che nello stesso giorno, in due contesti completamente diversi, persone assolutamente diverse, abbiano agito nello stesso modo, noncuranti di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze. Ma allora è proprio così diffusa l’usanza di anteporre i propri interessi, i propri desideri, i propri impegni a tutto il resto. Senza fare più alcuna eccezione. Però poi come la mettiamo con la storia del non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te?  

Parafrasando questi due episodi, che hanno scatenato le mie profonde riflessioni, bisognerebbe imparare a provare gratitudine per chi ci apre le porte della propria vita invitandoci a farne parte, anche se per un breve lasso di tempo. Bisognerebbe smettere di avere atteggiamenti spocchiosi, presuntuosi e arroganti, tipici di chi ritenga che tutto gli sia dovuto.

E la conclusione qual è? Che indifferenza genera indifferenza. Che non si è più in grado di attribuire il giusto valore alle situazioni e che ognuno continua bellamente a pensare ai casi suoi, sventolando lo stendardo delle proprie priorità.