lunedì 1 novembre 2010

Questa sono io











Sono nata a Roma il 12 marzo 1973.
Ho frequentato il Liceo Classico (il che presuppone il superamento della scuola primaria e di quella secondaria).
Anni strani quelli. Infanzia e preadolescenza burrascosa. Carattere esuberante, ma non particolarmente incline alla socialità. Fortuna che tutto scorre, e nulla resta immutato. Adolescenza neanche tanto rivoluzionaria né contestataria, sicuramente merito di una mamma particolarmente illuminata, di cui è veramente difficile percorrere le orme. 

Primo tentativo universitario: facoltà di scienze statistiche, indirizzo attuariale; secondo tentativo universitario: facoltà di lettere e filosofia, indirizzo teatrale (perché, nella vita, l’importante è avere le idee chiare). Morale della favola: la laurea è rimasta uno dei sogni nel cassetto, che non sono ancora riuscita a realizzare, ma ho smesso da un pezzo di farne un dramma.
Ho fatto una rapida e indolore incursione in un villaggio turistico. Quando qualcuno dice ho lavorato in un villaggio turistico, la prima cosa che viene in mente è un gonnellino all’hawaiana e una collana di fiori. Io no! Io ho lavorato nell’amministrazione di un villaggio turistico… E su questo non intendo rilasciare ulteriori dichiarazioni.
L’ingresso trionfale in Telecom Italia è avvenuto nel marzo 1995 mentre l’uscita, dalla porta di servizio, nel marzo 2010. Un quindicennio piuttosto intenso, in cui ne sono accadute di cose. Un matrimonio, tre figli, due traslochi, un lutto, e la folgorazione, con conseguente conversione, al green life style.   
Dal marzo 2010 ho smesso di essere una dipendente per vestire i panni dell’imprenditrice. Prima in una società e ora di se stessa. 
Credo fortemente nei rapporti umani, nella collaborazione e nella cooperazione.
Cosa pensino o dicano gli altri di me non lo so ma, a giudicare dalla intensa vita sociale (on line e off line), il bilancio personale chiude in positivo.
Il mio peggior difetto è che non riesco a non dire quello che penso. Il pregio è che ho imparato a farlo con più tatto.
La mia “sfida verde” è iniziata 4 anni fa, durante l’ultimo trimestre della mia terza gravidanza.
Prima ancora che la terzogenita emettesse il suo primo vagito, sapevo tutto (o quasi) sui pannolini lavabili, sui detersivi, sugli INCI. Detersivi e cosmetici tradizionali erano stati definitivamente banditi da casa mia e, nel primo cassetto del fasciatoio trovavano posto diligentemente lavati, stirati e ripiegati, una quindicina di pannolini lavabili.
A chiunque mi chiedesse quale insana fantasia mi avesse colta per decidere di complicarmi la vita con il terzo figlio, ho sempre risposto che una volta che sai non puoi più far finta di niente.

1 commento:

  1. Avabbèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
    Ce l'avevi al "sono nata" la mia stima, poi arrivata alla frase "nel primo cassetto del fasciatoio trovavano posto diligentemente lavati, stirati e ripiegati, una quindicina di pannolini lavabili" ti sei superata!!!! E' quello che c'è ora nel mio fasciatoio, pronto per la terzogenita, ma con l'unica differenza che non sono nuovi, sono il riciclo della sorella e del fratello perchè io "ho saputo" da subito e poi non ho più potuto farne a meno!!
    Direi che per stasera di complimenti ne hai fatto incetta quindi ti lascio ma .... attenta ritornerò, daltronde un blog è anche questo no? Una casa dove tutti bussano più o meno, e dicono la loro, e non vorrai mica che mi perda questa occasione?!?
    Ho tempo ancora qualche mese prima di ehm tuffarmi tra tette e pannolini, quindi meglio sfogarmi ora e darmi alla pazza gioia ......
    Ciaoooooo

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