sabato 16 marzo 2013

Anta e non più enta



Eccomi qui, nel mezzo del cammin di mia vita, anno più anno meno s’intende.

Dice “la mattina del tuo ‘antesimo compleanno, sentirai come un tac, zac, patapimpumpam sbadabam”, roba che la sera prima hai quasi un leggero timore a coricarti.


Invece, sarà che di trasformazioni in ‘anta ne ho viste assai; sarà che festeggiamenti e bagordi sono ben lungi dall’essere terminati, neanche l’avessi avuta io la fumata bianca; sarà che da quel 2 dicembre è profondamente cambiato il mio modo di guardare alla vita; sarà quel che sarà, ma io lo sbadabam sono ancora qui che lo aspetto, e sono già passati 4 giorni!

Non sono brava a fare bilanci, fondamentalmente neanche mi ci applico più di tanto, ma a occhio e croce direi che nei miei primi quarant’anni non sia stata proprio con le mani in mano.

A proposito di mani, in onore di mia figlia e di una carissima amica che l’ha assecondata, ho inaugurato la nuova era, quella delle dita smaltate. Io non lo so applicare lo smalto; non so attendere pazientemente i 90 secondi necessari perché si asciughi e non so nemmeno come evitare che si scheggi. Eppure, pare che Michela abbia commissionato l’acquisto di due smalti per mammasua, quindi...

Francesco ha disegnato per me un commovente biglietto d’auguri, in cui troneggia un mio ritratto (ritratto?!) da cui esce un fumetto “Io oggi compio 39 anni e 12 mesi”… ma come mi conosce mio figlio!!!

Tommaso non aveva neanche messo il secondo piede nell’atrio di scuola, che mi ha fatto telefonare dalla portineria “E’ lei la mamma di coso (com’è che ti chiami tu?)… Tommaso? Signora, suo figlio si contorce dai dolori di pancia”. La performance di “coso” mi è valsa un cazziatone dalla maestra (Oh madre snaturata che non ti tieni il ragazzino a casa, perché preferisci andartene a sgavazzare con le amiche). Ma quale sgavazzare?! In un lampo lampante si è parato nei miei pensieri il più catastrofico degli scenari: una corsa disperata nel più vicino ospedale; un’amica abbandonata al suo destino in quel della stazione Tiburtina; l’altra amica, sopravvissuta a un’ora e più di traffico sul raccordo, seduta al tavolino mentre le ore passano senza che nessuno si presenti all’appuntamento… Tempo di salire in macchina e svoltare al primo incrocio, i dolori di pancia si erano già attenuati, fino a trasformarsi in “fame nera”, appena raggiunta l’amica al tavolino (dopo aver recuperato quella alla Stazione)… Tomma’, sei proprio figlio di tua madre!!

Ho felicemente marinato il consiglio di interclasse. Eh ma pure loro! Verificare prima di convocare il consiglio, che non ci siano eventi e ricorrenze nella data prescelta no, eh?!

E poi la cena in famiglia. L’emozione dei bambini, le 40 candeline… si si QUA-RAN-TA. Messe una ad una, accese una ad una, soffiate tutte insieme.

… e qualcosa mi dice che non sia finita qui

4 commenti:

  1. Ma auguriiiii per il compleanno e la bella famiglia!!!

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  2. l'amica abbandonata al suo destino alla stazione... mi mancava solo questo michetta!! *__* comunque contenta di essere stata tra i primi a festeggiare i tuoi "anta",bellissima giornata! Bianca

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  3. Io tenevo salda la postazione! ancora auguri!

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Se mi commenti, io sono contenta!

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