giovedì 14 marzo 2013

Habemus Papam…




… e pure 40 anni!

E, per motivi diversi, ho atteso con apprensione entrambi gli avvenimenti.

Non mi è ancora passato del tutto lo sdegno per la degna uscita di scena dell’indegno emerito. Inorridisco quando vedo lo spreco, lo sfarzo, la pomposità, la prosopopea e la boria di certo clero (oddio, praticamente tutto).  Mi si accappona la pelle quando sento auspicare che il prossimo Pontefice abbia un qualche predisposizione (meglio ancora se esperienza) alla governance.

Per questa e molte altre ragioni, non sono riuscita a seguire con vivo interesse la macchina del Conclave, dalle domeniche senza angelus, all’extra omnes. Invece, otto anni fa ancora credevo che il Papa venisse scelto per opera dello Spirito Santo. Otto anni fa, non avessi avuto i bimbi tanto piccoli, mi sarei precipitata in Piazza San Pietro, e sarei rimasta con il naso in su, verso quel comignolo giorno e notte, fino all’habemus Papam. Otto anni fa, si sono infrante tutte le mie certezze e me ne sono andata in esilio.
E sono otto anni che, come un mantra, mi vado ripetendo che tutto era iniziato con un tizio, di nome Gesù, che girava in lungo e in largo per la sua terra e anche oltre, a piedi, indossando la solita veste beige e logora; che mangiava quando gli capitava e dormiva dove lo ospitavano; che si curava dei poveri, dei bisognosi, dei malati e dei bambini. Per una vita ho faticato (e tutt’ora ho una discreta difficoltà) ad associare l’immagine di questo tizio, di nome Gesù, con la Chiesa attuale (e anche con quella di “prima”).

Ieri sera, in barba a tutte le mie paure, da quel balcone si è affacciato il nuovo Papa, sicuramente avanti con l’età, visibilmente emozionato. Si è affacciato un Papa che ha anteposto la preghiera a qualsiasi discorso; si è affacciato un Papa che non ha imposto la sua benedizione, ma ha chiesto ai millemila fedeli in piazza (e in mondovisione) di pregare per lui; si è affacciato un Papa che, con grande rispetto, ha baciato il pomposo paramento papale e l’ha rimandato indietro. Ieri sera si è affacciato un Papa.

Io non ho idea di che Papa sarà, Papa Francesco (in onore del nostro Francesco d’Assisi, o del gesuita Francesco Saverio?). Quel che so è che ieri sera in me si è riaccesa la speranza.


(Per amor di cronaca, sono ancora in corso i festeggiamenti per il quarantennale).

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