martedì 12 aprile 2011

La scuola che vorrei (45 di 365)


Arrivo lunga, ma arrivo.

Neanche a farlo apposta, in questa giornata in cui, a blog unificati, si è parlato e ancora si parla della Scuola, il nostro calendario scolastico prevedeva le assemblee di classe. I due terzi dei miei figli frequentano la seconda e la terza elementare.

Una volta ancora, sono uscita da questi incontri con un profondo senso di amarezza, perché questa che stanno frequentando i miei figli, non è la Scuola che vorrei.

Ma la Scuola che vorrei non è neanche quella che ho avuto io…

Voglio una Scuola uguale per tutti. Non voglio dover andare in pellegrinaggio per gli Istituti del quartiere alla ricerca di quello migliore e, una volta trovato, esibirmi in danze propiziatorie per aggiudicarmi la sezione in cui insegnino i maestri o professori più qualificati.

Voglio una Scuola che non sia più fatiscente, che per restare in piedi conti solo sul lavoro fisico di insegnanti e genitori. Ridipingere le pareti delle aule deve essere un piacere e un progetto didattico, non una necessità e l'unica alternativa.

Voglio una Scuola in grado di fornire il materiale didattico e offrire validi percorsi educativi ai suoi allievi, in tutti gli istituti e in tutte le città.

Voglio una Scuola gratuita, perché la “cultura”, almeno quella proposta nella scuola dell’obbligo, 
deve essere per tutti. Non è gratuita una scuola che richieda il versamento di quote annuali, per poter proporre progetti esterni alle materie curricolari. Non è gratuita una scuola che richieda ai genitori di tassarsi ogni anno, col versamento di un fondo cassa, per poter effettuare gite o procurarsi il materiale didattico. Non è gratuita una scuola che chieda ai suoi alunni di portarsi la carta igienica da casa.

Voglio una Scuola che motivi i suoi insegnanti e li gratifichi, invece di mortificarli e umiliarli.
Ma allo stesso tempo voglio insegnanti responsabili che non antepongano i propri interessi personali e privati a quelli degli alunni.

E ancor più, voglio insegnanti per vocazione. Quelli che amano gli alunni perché amano trasmettere il loro sapere. Un alunno ignorante è il frutto di un insegnante che non ha saputo arrivare a lui. Mi vien fin troppo facile parafrasare la parabola del buon pastore e della pecorella smarrita.

Al momento mi sento fortunata perché ai miei figli sono capitate in sorte delle valide insegnanti ma, e a dirlo non sono solo io, si tratta di perle rare e mosche bianche. E allora voglio una Scuola in cui queste mosche bianche e perle rare diventino la regola.

Siamo fortunati anche perché la nostra è una scuola che tende a promuovere l’autonomia dei bambini con progetti degni di nota, di cui sicuramente tornerò a parlare. Ma non voglio più una Scuola che lasci ai singoli Istituti la libera iniziativa su progetti così importanti per il corretto sviluppo dei nostri figli.



Questo post aderisce all'iniziativa di Blogging su Scuola Italiana 12 Aprile 2011

2 commenti:

  1. solo un commento al volo, il tuo post è bello e merita riflessioni più approfondite: gli insegnanti validi NON sono mosche bianche!!!! è vero il contrario: è vero che un bravo insegnante viene disseccato e inaridito da un sostegno inesistente.
    sono terrorizzata dal fatto che fra un paio di anni dovrò combattere con queste cose: mi vedrai sul giornale, ne sono certa! :-)

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  2. Mi sento un genitore privilegiato perchè mia figlia ha avuto la "fortuna" di trovare delle ottime insegnanti ma sono totalmente d'accordo con te sul fatto che insegnanti motivati sono delle mosche bianche. Posso capire tutte le problematiche logistiche esisteni dovute ad un sistema istituzionale deprecabile ma fare l'insegnante non è la stessa cosa che fare il lattaio .. parliamo della formazione della nuova generazione ... Inizio a preoccuparmi ..... sono d'accordo con te su molte cose sob sob sob

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Se mi commenti, io sono contenta!

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