mercoledì 16 gennaio 2013

E poi crescono...


Dov’è il confine tra infanzia e adolescenza? Tutti la chiamano preadolescenza, ma quando arriva? come arriva? Come si manifesta? Ma soprattutto, come si affronta? Come si gestisce?
Non si scrive mai “a caldo”; non dovrei scrivere “a caldo”. Però è proprio “sul momento” che riesco a pormi le domande migliori.

Quando ti rendi conto che tuo figlio vive un disagio interiore, dovuto alla crescita, all’inevitabile cambiamento; quando ti rendi conto di quanto possano suonare vuote, all’orecchio di un preadolescente, le parole “io ci sono, ne possiamo parlare”; quando anche tu vorresti riavvolgere il nastro che invece, noncurante dei tuoi desideri scorre via, più veloce della luce, come lo gestisci? Come moduli la tua presenza?

Quando ti leverebbe dalle mani, oggi più che mai, quello scappellotto che per tanti anni hai saputo trattenere; quando, pur conoscendo la teoria a menadito, lo affronti di petto, invece di aspettare in silenzio che lui possa elaborare il suo pensiero; quando prima, durante e dopo il conflitto ti dimentichi di essere stata anche tu dall’altra parte, dalla sua parte, e di aver combattuto anche tu le tue battaglie per l’affermazione del tuo “io”. E’ in questi momenti che lo stai partorendo di nuovo? E’ questo un nuovo travaglio in cui, al posto delle doglie espulsive, vivi il conflitto tra il dominarlo e il lasciarlo libero di esprimersi, e fare del tuo cucciolo di ieri l’uomo di domani? Un rito di iniziazione, insomma?

E allora te ne vai alla ricerca (più o meno disperata) di un tuo simile. Lo cerchi nel tuo mondo, fatto di scuola, catechismo, piscina, palestra. Lo cerchi in chi, più saggio e competente di te, ha saputo decodificare il comportamento umano e ha versato litri di inchiostro sull’argomento, anche se il più delle volte hai tanto la sensazione che si tratti di teoria allo stato puro. (Un po’ come accadde quando, in procinto di partorire, ricevevi indicazioni chiare, precise e dettagliate, su cosa avresti o non avresti provato dal… ginecologo!).

E, per quanto non trovi risposte alle tue domande, o conferme sul tuo modo di agire, arrivi alla conclusione che non è che non si sappia nulla di adolescenza o preadolescenza. Si ha solo molto pudore a parlarne, a confrontarsi perché, come genitori ci si sente responsabili di tutte, ma proprio tutte, le azioni e i pensieri dei propri figli.

Ma ciò che, invece, capisci sul campo, che ti appare in tutta la sua disarmante chiarezza, che in un attimo fa crollare ogni tua convinzione e ogni tua sovrastruttura è che gli adolescenti siano loro, ma che a crescere siate in due.

Che, poi, se vai a scavare, se vai a indagare, se impari a leggere tra le righe, scoprirai che c’è un universo di genitori di preadolescenti che stanno “passando i guai” esattamente come te.

1 commento:

  1. Eccomi all'appello, mamma di un pre adolescente e di un adolescente e che ha più problemi con il pre adolescente. Quante volte mi sono posta le tue stesse domande. La pre adolescenza inizia sempre troppo presto, è così dura parlare con loro perchè si trova un muro, è più facile a volte perdere la calma. Io dico spesso che mio figlio minore soprattutto riesce a tirare fuori il peggio di me, mentre io fatico ogni giorno per tirare fuori il meglio di lui. Sul web si parla tanto di pappe e pannolini e poco di compiti, cellulari, videogiochi e primi amori. E' un bel cammino quello che ci aspetta.

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