martedì 23 ottobre 2012

Dieta non vuol dire digiuno



Sono a dieta, perennemente a dieta. Ma stavolta faccio sul serio, e lo dimostra il fatto che ho dato guerra, prima che ai chili di troppo, alla pigrizia. No, non mi sono  iscritta ad un corso intensivo si Zumba, anche se da Amazon ricevo continuamente insistenti inviti ad acquistare, in super offerta speciale, il CD, il DVD, il disco Wii, e tutto ciò che in nome del dio Zumba sia stato prodotto su questa terra.

No, ho vinto la pigrizia figlia del “ma sono sola a pranzo che mi metto a cucinare a fare?!?”. Mi metto a cucinare perché altrimenti, diciamocelo, prima dell’arrivo dell’ora di cena cadrei vittima di quell’istinto ossessivo compulsivo di ingurgitare, neanche fossi un tritasassi, qualunque cosa di commestibile o meno mi capiti a tiro.

Ho vinto anche la pigrizia che può spingere ad acquistare alimenti semilavorati, semicucinati, semidigeriti che, anche quando si autodichiarano “dietetici” sono i nemici numero uno, quando  non della linea, della salute in senso più ampio e del portafoglio!
Ho vinto la pigrizia e ho ritirato fuori la dieta che una seria, serissima, nutrizionista aveva confezionato per me poco più di un anno fa (quando dico che sono perennemente a dieta mica scherzo!). L’ho letta, riletta, e riletta un’altra volta e no, neanche quest’anno io ce la posso a fare a mangiare tutta quella quantità di cibo a ogni pasto.

Si, il metabolismo va aiutato; una dieta equilibrata e bilanciata non va modificata. Le diete fai da te sono deleterie per la salute, per la linea e per molte altre cose. Fortuna che ogni dieta porta con sé una tabella di conversione (altro che le equivalenze che ti fanno studiare in quarta elementare!), con millemila alimenti alternativi, roba che quando hai finito di leggere, la dieta e la relativa tabella, a) sei talmente sazio che non vuoi vedere neanche un granello di sale; b) ti è esploso un mal di testa tale che neanche ti fossi sbronzato con la birra analcolica; c) nella tua testa (che ti fa male) frullano talmente tanti cibi, alimenti, grammi, alternative che, alla fine, ti domandi se veramente alla fine del trattamento avrai perso tutte le taglie che vorresti non ritrovare più!

Resta il fatto che, la pasta io la voglio eliminare, la nutrizionista disse che i cereali vanno mangiati, eliminare, mangiare, mangiare eliminare… tocca trovare un compromesso. Il mio compromesso sono riso (dal vialone nano, al carnaroli al più profumato thai, fino agli “alternativi” spaghetti di riso), cous cous e l’orzo.

Io poi adoro i “piatti unici”, soprattutto a pranzo quindi sì, riadattando la meravigliosa tabellina delle alternative, limitando enormemente i grassi (vegetali, visto che quelli animali non hanno il permesso di varcare la soglia di casa), abolendo gli alcolici (addio bionda dei miei sogni), rielaborando e inventando ricette di sana pianta, sono arrivata al 7° giorno, più o meno consecutivo, di dieta e uno dei piatti da me più gettonati sono gli spaghetti di riso con pollo e verdure.

Le verdure che in casa mia non mancano mai sono zucchine, carote, cipolle (di ogni forma, colore e dimensione), lattuga romana, finocchi, pomodori, patate e funghi (no, quelli ogni tanto mancano perché non sempre li trovo come dico io).

Tutte le altre verdure, più laboriose da preparare e più puzzolose necessitano di domanda in carta bollata, da presentare al resto della famiglia con almeno 6 giorni lavorativi prima dell’eventuale acquisto.

Per il riso e gli spaghetti di riso uso quasi sempre:
una carota e una zucchina tagliate a julienne; una cipolla affettata a casaccio l’importante è che sia sottile sottile; del petto di pollo tagliato a striscioline.

Preparo un finto soffritto con un cucchiaio d’olio e due dita d’acqua, faccio saltare le verdure e a metà cottura aggiungo il pollo.
Solitamente annaffio tutto con della salsa di soia ma, ultimamente, ho scoperto che anche la salsa di soia sia geneticamente modificata così, in attesa di verificare questa ferale notizia, stamattina ho variato sul tema: in un bicchiere ho stemperato un cucchiaino di curcuma e uno di paprika forte in un pochino di acqua tiepida e l’ho versato sul condimento dei miei spaghetti.
Nel frattempo, in una pentola ho messo a bollire un litro d’acqua. Appena raggiunto il bollore ho spento la fiamma e ho versato 100 gr di spaghetti di riso e li ho lasciati coperti per 4 minuti, trascorsi i quali ho scolato gli spaghetti e li ho saltati con zucchine, carote e pollo.

E mi sono sentita sazia e felice fino all’ora di cena!

2 commenti:

  1. Io adoro il riso, ma è lungo da cucinare e va seguito e non riesco a prepararlo più di una volta alla settimana, ieri l'ho fatto con la zucca, mentre orzo e farro non sono amati dai figli come la maggior parte delle verdure. Anche io sono un pò a dieta o meglio controllo quello che mangio senza esagerare e riesco a stare stabile di peso da un pò, mangiando o primo o secondo a pranzo o a cena. Evito la pasta la sera e la preferisco a pranzo ma non sempre. Dovrei riscoprire gli spaghetti di soia che mi piacciono molto.

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  2. Io da quando ho riscoperto la cottura del riso pilaf, lo preparo praticamente tutti i giorni: fa tutto "da solo", non serve stari lì a mantecare per ore e in 20 minuti è bello e fatto! E poi, lo ammetto e lo confesso: se ho voglia di "risotto" butto tutto nel boccale del bimby e anche lì, in 15 minuti si autoprepara...
    Gli spaghetti di soia, invece, non sono proprio la mia passione :-)

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Se mi commenti, io sono contenta!

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