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Foto da express-news.it |
Fino a ieri mattina non avevo nessuna intenzione di dedicare neanche un battito di ciglia alla visione del Royal Wedding.
Poi però, ho scoperto che qualcuno avrebbe commentato in diretta l’evento, e non ho resistito. Così mi sono unita all’allegra compagnia e, anche se a pezzi e bocconi, mi sono ritrovata a far parte di quel paio di miliardi di persone che ieri hanno assistito al Matrimonio del secolo, senza aver dovuto spendere una fortuna in abiti, trucco e parrucco.
Premetto che di questa neo coppia reale io conosco a mala pena i nomi. Non sono una persona informata sui fatti. Non lo sono e non voglio neanche esserlo. E sono contenta per questo, perché non mi sento condizionata.
Non penso, come invece qualcuno ritiene, che Kate la “commoner” abbia realizzato il sogno di tutte noi, comuni mortali. Lei ha realizzato il suo.
Non mi sono piaciuti i commenti che ho sentito (pochi, pochissimi), che questo matrimonio sia stato solo il frutto di un freddo calcolo (avete presente la Matrigna di Cenerentola?).
Non mi è piaciuto l’unico accenno che ho avuto dell’esistenza di un contratto prematrimoniale, firmato dalla sposa, nel quale dichiarava che, in caso di divorzio, avrebbe rinunciato alla custodia dei figli.
Mi è piaciuto ancor meno però, che ogni passo, ogni mossa, ogni sillaba (persino il bacio dal balcone) sia stato provato e cronometrato millemila volte.
Mi piace, invece, credere alla favola. Ho bisogno di credere alla favola.
La ragazza borghese che conquista il cuore del Principe Azzurro perché, nonostante lui sia Azzurro, lei non si scompone e si mostra per quella che è, ovvero bella, intelligente, brillante e determinata come tante altre. E lui, Azzurro, abituato magari ad avere tutte ai suoi piedi, perché bello e perché Principe, sceglie lei perché, tutto sommato, il cuore non conosce colori (ho scoperto che il sangue blu è un bluff) né estrazioni sociali.
Fortunatamente oggi è il 30 aprile, noi siamo sopravvissuti al mediawedding, e loro pure.